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Di pressione… si può morire. – Intervista a Giuseppe Gargano Segretario Generale UILCA Sicilia

Nonostante l’accordo in ABI sulle politiche commerciali e gli accordi siglati nelle varie aziende dalle strutture sindacali, quello delle pressioni commerciali è un problema che miete molte vittime ancora.

La UILCA Sicilia sta conducendo un’indagine tra i lavoratori delle banche nell’isola per rilevare in quale banche ed in quali territori il fenomeno deve essere denunciato alle autorità competenti.

 

Mattone – DIGNITA’ al Lavoro

Il 12 Agosto 2018 è entrato in vigore il decreto-legge 87 del 12 luglio 2018 recante disposizioni urgenti per la dignità dei lavoratori e delle imprese, meglio noto come “Decreto dignita”.

Tra le novità introdotte alcune riguardano i lavoratori in somministrazione e la durata dei contratti a tempo determinato. Più specificatamente la norma prevede che “al contratto di lavoro subordinato può essere apposto un termine di durata non superiore a dodici mesi”, questo a superamento di quanto previsto dal Jobs Act dove la durata massima dei contratti a tempo determinato poteva avere un limite di 36 mesi.
Abbiamo chiesto a Giancarlo Mattone, segretario Nazionale della Uiltemp, cosa accadrà a questi lavoratori:

Troppo presto per fare valutazioni di merito e/o politiche in relazione al decreto. È certo che la norma, come altre che hanno disciplinato il mercato del lavoro italiano, si presta a diverse interpretazioni che solo la prassi quotidiana e la giurisprudenza potranno avvalorare. L’intento dichiarato dal Legislatore é quello di combattere la precarietà e ridare dignità al lavoro. Anche in questo caso, sarà necessario aspettare e valutare le conseguenze delle discipline normativa nel nostro orientamento giuridico. In base ad una prima impressione, è probabile che il decreto determinerà un aumento delle assunzioni a tempo indeterminato: l’introduzione delle causali per il tempo determinato, il maggiore costo dei rinnovi, la stretta sulle percentuali del contingentamento, porterà con molta probabilità alla realizzazione dell’intento dichiarato dal Legislatore, tuttavia per una corretta valutazione bisognerà comparare le assunzioni effettuate con contratti di lavoro a tempo indeterminato, con le cessazioni di contratti a tempo determinato. Soltanto qualora il rapporto tenderà quantomeno ad essere uguale potremmo ritenere realizzato l’intento legislativo.

Proprio in questi giorni la Uiltemp è impegnata nel tavolo delle trattative per il rinnovo del CCNL per la categoria delle agenzie di somministrazione di lavoro, con un mondo del lavoro in continua evoluzione e tenuto conto del mutato scenario legislativo quali sono i temi principali che state affrontando per il rinnovo del contratto?

La continuità lavorativa e di salario, l’effettiva applicazione del principio di parità di trattamento ed un sistema formativo di riqualificazione professionale effettivamente rispondente alle aspirazioni, alle aspettative ed alle capacità dei lavoratori coinvolti, insieme ad una compiuta ridefinizione del sistema di politiche attive e passive del lavoro, continuano ad essere priorità indispensabili in un contesto contrattuale, quale quello della somministrazione di lavoro. A fronte di contenuti normativi talvolta avanguardistici, si registra la presenza di settori nei quali la negoziazione tra le parti risulta essere fondamentale ai fini di una compiuta rivisitazione del contenuto del contatto collettivo, anche e soprattutto a seguito delle recenti novità legislative introdotte dal Decreto Dignità. La piattaforma contrattuale presentata dalle Oo.Ss. di settore, ormai due anni addietro, prevedeva già diversi spunti poi ripresi dal “Decreto Dignità”, probabilmente una più celere definizione del percorso negoziale avrebbe portato ad anticipare alcune novità poi introdotte con la legge 96/2018.

Riscossione Sicilia. Mobilitazione vicina

Oggi si è tenuto a Palermo una riunione dei Dirigenti Sindacali degli Esattoriali UILCA Sicilia per discutere della situazione di Riscossione Sicilia SpA.

Alla riunione era presente la Segretaria Nazionale UILCA comparto esattoriali, Giovanna Ricci ed il Segretario Generale UILCA Sicilia Giuseppe Gargano.

 

 

L’Attivo dei Dirigenti Sindacali ha prodotto un Ordine del Giorno col quale ha stigmatizzato la carenza di interventi risolutori definitivi a garanzia del sistema di esazione in Sicilia ed a garanzia dei lavoratori di questa azienda anche in considerazione della scadenza del 31/12/18, data in cui per provvedimento di legge, sarà liquidata Riscossione Sicilia.

I dirigenti sindacali della UILCA hanno deciso di esperire tutto quanto necessario per realizzare la piena unità sindacale per presentarsi insieme alle altre sigle più forti ai tavoli negoziali.

Saranno convocate assemblee dei lavoratori nelle quali sarà presa in considerazione la dichiarazione di stato di agitazione ed anche altre azioni utili a tutelare i lavoratori.

Contattato telefonicamente il Segretario Generale UILCA Sicilia Giuseppe Gargano ha così commentato la situazione:

“Abbiamo bisogno di garanzie certe per i lavoratori di Riscossione Sicilia. Dopo le dimissioni del CDA del “dopo Fiumefreddo”, e la nomina del nuovo CDA proposto da Musumeci  e soltanto parzialmente passato in Commissione Affari Istituzionali dell’ARS con due “bocciati” su tre, resta il problema vero: la data del 31 dicembre in cui è previsto che Riscossione Sicilia sarà posta in liquidazione. La politica giochi pure con la politica e con gli affari di partito, ma non può permettersi di giocare con 700 posti di lavoro! I dirigenti sindacali UILCA Sicilia, perciò, hanno deciso di avviare un percorso di “tensione” costante sulla questione, dalle assemblee dei lavoratori che proporremo alle altre organizzazioni sindacali fino alle azioni di lotta a tutela dei dipendenti. Non risparmieremo l’utilizzo di alcuno strumento a nostra disposizione, perché la posta in gioco è altissima: oltre al servizio di esazione, è a rischio la vita di 700 famiglie..”

Quanto le “PRESSIONI COMMERCIALI” incidono sulla salute dei lavoratori bancari?

A porsi questa domanda è il segretario Generale della Uilca Sicilia Giuseppe Gargano che in una lettera aperta del 21 settembre 2018 afferma che “Ormai da tempo sentiamo parlare e leggiamo di “mal di budget” o di “mal di banca”, soprattutto a

seguito delle dichiarazioni del Dipartimento di Medicina del Lavoro di Pisa, secondo il quale ogni cento lavoratori stressati venti sarebbero bancari, e della Sapienza di Roma, secondo la quale l’82% dei lavoratori bancari soffrirebbe d’ansia.

[…]La formazione del middle management appare carente, perché propinata solo per finalità commerciali ma non nell’ottica del rispetto dei lavoratori e delle norme di legge e di CCNL. Anche il rispetto degli orari di lavoro sembra “dimenticato” in un contesto governato dalla centralità degli obiettivi.

Quest’ultimo argomento potrà essere trattato in sede di rinnovo del CCNL, per ricondurre il lavoro nell’ambito degli orari contrattualmente previsti.”

La Uilca Sicilia non è nuova nell’affrontare tematiche relative alla Salute dei lavoratori bancari, categoria quest’ultima che negli ultimi anni ha dovuto affrontare una vera e propria rivoluzione tra riduzione degli organici, fusioni tra banche e crisi aziendali. D’altronde il rischio stress lavoro correlato è stato normato anche dal d.lgs. 81/2008 e s.m.i., e obbliga i datori di lavoro a valutare e gestire questo rischio al pari di tutti gli altri rischi, in recepimento dei contenuti dell’Accordo europeo del 2014 (fonte Inail).

Nel maggio 2011 anche il Dipartimento di medicina, epidemiologia, igiene del lavoro e ambientale si è espresso sull’argomento sviluppando una Metodologia di valutazione e gestione del rischio stress lavoro-correlato e pubblicato una specifica piattaforma online utilizzabile dalle aziende per individuare e contrastare quelle che possono essere definite come nuove forme di patologie da lavoro, non di facile individuazione ma sempre più presenti e preoccupanti dal punto di vista socio-sanitario.

Quale futuro per lo SMART WORKING?

Non è soltanto lavorare in spazi esterni all’azienda. Secondo il Ministero del Lavoro e delle politiche sociali, “lo Smart Working (o Lavoro Agile) è una modalità di esecuzione del rapporto di lavoro subordinato caratterizzato dall’assenza di vincoli orari o spaziali e un’organizzazione per fasi, cicli e obiettivi, stabilita mediante accordo tra dipendente e datore di lavoro; una modalità che aiuta il lavoratore a conciliare i tempi di vita e lavoro e, al contempo, favorire la crescita della sua produttività”.

Il fenomeno non interessa soltanto la conciliazione dei tempi privati e di lavoro:

Per l’osservatorio “smart working” del Politecnico di Milano (11 ottobre 2017), nelle aziende che applicano progetti di smart working ben organizzati, la produttività pro capite aumenta del 15%.

In Italia ci sono 5 milioni di potenziali “smart worker” ma attualmente sono “soltanto” 305 mila; prevedendo un incremento fino al 70% dei possibili lavoratori flessibili, l’aumento di produttività a livello sistema sarebbe di 13,7 miliardi di euro l’anno.

I lavoratori interessati ridurrebbero la propria mobilità di 40 ore all’anno con una sola giornata a settimana di smart working non muovendosi da casa ed ottenendo anche una sensibile riduzione di emissioni di CO2 pari a 135 kg anno.

In Italia la tipologia di lavoro è stata normata dalla legge n. 81/17 che, nell’ambito del jobs act, prevede per questa tipologia di lavoratori le stesse condizioni economiche e assicurative previste per gli impiegati che operano in ufficio.

Le banche hanno scoperto già da tempo tale possibilità e molte aziende attuano questa organizzazione attraverso l’applicazione di accordi sindacali di II livello. Tra i più importanti quelli sottoscritti da UBI Banca, Banca Intesa, Unicredit e Crédit Agricole.

Gruppo ICCREA – 144 BCC associate nel nome della riforma del Credito Cooperativo –

Di recente, il Gruppo ICCREA ha ricevuto l’autorizzazione dal Garante della Concorrenza e del Mercato per operare come aggregante per 144 BCC che aderiranno entro la fine di ottobre al contratto di coesione che regola le norme di partecipazione a questo gruppo.

Il Gruppo ICCREA diventerà il 3° gruppo bancario italiano con 2.600 sportelli in 1.720 comuni italiani e con circa 4.000.000 di clienti ed è una realtà la cui costituzione è sottoposta al merger control per via della quantità elevata di società coinvolte.

Le BCC coinvolte in questa operazione potranno contare nel contratto di coesione probabilmente alla maggioranza del capitale della capogruppo e potranno godere di una autonomia gestionale, mentre la capogruppo dovrebbe dare stabilità al sistema ed intervenire nei territori che ne avessero bisogno con sostegno finanziario ad operazioni bancarie e come promozione del Credito in genere.

Tutto questo diventerà utile se verrà varata la riforma delle BCC che il nuovo governo intende “revisionare” più o meno pesantemente vanificando, in parte o del tutto, le attività finora svolte dagli attori di questo settore per adeguarsi alle nuove regole e dilazionando di 18 mesi l’avvio della riforma inizialmente previsto per gennaio 2019.

In tutto questo c’è da chiedere che fine faranno quelle BCC non proprio in salute che attendono questa riforma come una panacea per i loro guai.

Sentito Giuseppe Vaccarella, dirigente UILCA Sicilia nel settore del Credito Cooperativo, ci ha detto: “La UILCA, sin dal giorno della promulgazione del testo di riforma, ha manifestato su tutti i media, tramite le sue figure apicali, il suo dissenso verso quelle norme che davano adito alla frammentazione e al conseguente indebolimento del sistema (cosa poi realmente accaduto con la costituzione di tre gruppi).”

E sulla situazione in Sicilia delle BCC ha continuato: “Da sindacalista Siciliano sono ulteriormente preoccupato. A mio avviso, la stessa natura di SPA (società di capitali che come tale deve il dividendo ai propri soci) prevista dalla riforma cozza con valori fondanti del credito cooperativo quali la salvaguardia dei territori depressi, delle piccole realtà e dei piccoli centri.”

Infine ha chiosato: “A questo scenario di incertezza si aggiunge il problema del mancato rinnovo del CCNL causato dall’incapacità di controparte di instaurare profique relazioni industriali. Come UIILCA ci siamo sempre battuti al fine di porre un argine a ogni forma di arretramento sul fronte dei diritti del CCNL.”

La Cassazione equipara Facebook alla corrispondenza: reintegrato sindacalista licenziato

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In data 12.09.2018 una sentenza della Suprema Corte di Cassazione ha stabilito l’illegittimità del licenziamento ai danni di un sindacalista, guardia giurata per una società pugliese, a seguito dell’utilizzo di termini dispregiativi nei confronti dell’amministratore delegato della società per la quale prestava servizio.
I fatti risalgono al 2014 quando il lavoratore in questione, aveva perso il posto di lavoro dopo la diffusione di una conversazione nel gruppo Facebook del sindacato, nella quale aveva apostrofato con epiteti volgari il proprio amministratore delegato. La suprema Corte ha stabilito “l‘insussistenza di una giusta causa di licenziamento per essere le espressioni comparse sulla chat, di dissenso del lavoratore rispetto ai metodi dell’amministratore, riconducibili al legittimo esercizio del diritto di critica” e che “ la chat su Facebook, in cui è avvenuta la conversazione oggetto di causa, era composta unicamente da iscritti al sindacato”, si trattava quindi di una chat chiusa o privata, che così come prevede l’art. 15 della Cost. definisce inviolabili “la libertà e la segretezza della corrispondenza e di ogni altra forma di comunicazione”, questo riguarderebbe quindi anche i messaggi che circolano attraverso le nuove “forme di comunicazione”, ove inoltrati non ad una moltitudine indistinta di persone ma unicamente agli iscritti ad un determinato gruppo che devono essere considerati alla stregua della corrispondenza privata, chiusa e inviolabile.
Una sentenza questa che chiarisce un aspetto spesso oggetto di dispute all’interno delle aziende e che riguarda proprio l’utilizzo di nuove forme di comunicazione che possono diventare nuove forme di controllo verso i lavoratori.

Riscossione Sicilia – Pellegrino: Governo immobile

Riscossione Sicilia. Il governo naviga a vista.

Intervista con Enrico Pellegrino, leader storico delle lavoratrici e dei lavoratori di Riscossione Sicilia.

Non esiste ancora un piano industriale.

Lo stress lavoro correlato – Intervista a Luisella Lionti

Lo stress lavoro correlato.

E’ il rischio che le aziende devono valutare da gennaio 2011.

La riduzione o l’eliminazione delle cause di stress lavoro correlato oltre a salvaguardare la salute dei lavoratori, fa aumentare la produttività.

L’intervista a Luisella Lionti, Segretaria Organizzativa della UIL Sicilia.

 

Alto gradimento per la Uil Sicilia

Una recente indagine dell’Istituto Demoskopika ha registrato per il periodo 2015-2017 un calo di 245.000 iscritti ai sindacati confederali. Questo dato riguarda soprattutto la Cgil che, nel periodo preso a riferimento, conta 285.000 iscritti in meno con un calo del 5,2 % rispetto al 2015, e la Cisl con  meno 188.000 e una contrazione del 4,5 %.  In controtendenza la Uil che registra un saldo attivo di oltre 26.000 iscritti con un +1,4 %.

Sono due le tipologie di dati che vengono analizzati: il livello di gradimento indicato dallo Ias (Indice di appeal sindacale)   e l’aumento o diminuzione degli iscritti in valore assoluto nel periodo preso come riferimento.

Nel primo caso le Regioni che contano un minor appeal sono Piemonte, Campania e Valle d’Aosta, anche se quest’ultima ha visto un incremento degli iscritti (+630) nel periodo.

Invece il gradimento sindacale rimane alto in Basilicata (717 tesserati ogni mille occupati), seguita da Toscana (che vanta il maggior numero di volontari che hanno prestato gratuitamente servizio per un sindacato) e dalla Sicilia che si colloca al terzo posto .

La Sicilia in questi anni- dice Claudio Barone Segretario Generale Uil Sicilia- ha continuato a registrare come Uil una crescita degli iscritti sia nei lavoratori sia nei pensionati, abbiamo una struttura sindacale solida, siamo un sindacato inclusivo ed aperto a tutte le istanze e a tutte le posizioni politiche. Questa è stata la nostra carta vincente nel ritenere che noi facciamo sindacato e non politica”

Per quanto riguarda le perdite di iscritti la Campania si trova al primo posto con meno 90.764, seguita dalla Puglia con meno 66.714, in calo anche la Lombardia con  53.729 iscritti persi , e l’ Emilia Romagna con –una perdita di 46.061 tessere, dati questi che sembrano uniformare in negativo lo scenario italiano, senza grandi differenze tra nord e sud del Paese. Di contro le regioni che vantano un saldo positivo sono Valle d’Aosta, Veneto (+6.126) e Trentino Alto Adige (+8.040).