Nei giorni scorsi è stata firmata la dichiarazione congiunta tra Abi e Organizzazioni Sindacali su molestie e violenze di genere nei luoghi di lavoro nelle banche.
L’obiettivo è quello di prevenire, contrastare e non tollerare alcuna forma di comportamento che abbia come risultato un’intimidazione, un danno o una sofferenza fisica, sessuale o psicologica.
La dichiarazione congiunta prevede una serie di misure organizzative atte alla segnalazione, prevenzione, assistenza e contrasto rispetto all’eventuale insorgenza di fenomeni legati alla violenza di genere.

 

Secondo una recente indagine Istat sono un milione 404 mila le donne che nel corso della loro vita lavorativa hanno subito molestie fisiche o ricatti sessuali sul posto di lavoro. Rappresentano l’8,9% per cento delle lavoratrici attuali o passate, incluse le donne in cerca di occupazione.
Con riferimento ai soli ricatti sessuali sul lavoro, sono un milione 173 mila (il 7,5%) le donne che nel corso della loro vita lavorativa sono state sottoposte a qualche tipo di ricatto sessuale per ottenere un lavoro o per mantenerlo o per ottenere progressioni nella loro carriera.

Da qui la volontà congiunta delle organizzazioni sindacali di settore di sottoscrivere una serie di accordi e Protocolli, come quello del 2014 sullo sviluppo sostenibile e compatibile del mondo bancario finalizzato al rispetto dei diritti umani fondamentali e del lavoro. La stessa contrattazione collettiva affronta il tema della disuguaglianza, per poi giungere nell’Accordo 8 marzo 2017 in tema di “misure per la conciliazione delle esigenze di cura, di vita e di lavoro”, ovvero l’utilizzo del congedo orario o giornaliero da parte di donne vittime di violenza di genere, in questa occasione innalzato da tre a quattro mesi.