regione siciliana

Il Governo Musumeci ha dato il via libera al Documento di Economia e Finanza regionale 2021-2023. Il documento nasce in un contesto sfavorevole come quello causato dalla crisi che la Sicilia sta attraversando dopo la pandemia da coronavirus.

«Ci sono comunque tutte le premesse– commenta l’assessore regionale al Bilancio Gaetano Armao – perché la Sicilia possa tornare a crescere utilizzando gli investimenti europei, quelli statali e soprattutto lo strumento della fiscalità di sviluppo, ritornando a investire in infrastrutture materiali, strade e autostrade, ma anche digitale e immateriali. La Regione ha dimostrato di credere in questa prospettiva di ricostruzione – prosegue l’esponente del governo Musumeci – a partire dalle ingenti risorse convogliate dalla legge di stabilità per il 2020 e dal pieno impiego delle risorse europee. Sono state adottate misure volte a sostenere le famiglie indigenti, le imprese fragili sul piano finanziario e che necessitano di fondo perduto o prive di merito bancario e in quanto tale escluse dalle misure statali. Ci vuole uno sforzo straordinario per ripensare il futuro della nostra Regione – conclude Armao – dopo la crisi, uno sforzo che unisca le migliori energie, l’innovazione, la resilienza, la capacità di credere in un futuro che tragga forza da un passato straordinario, come sempre la Sicilia ha dimostrato di saper fare, con i suoi valori, con un’inappagata voglia di riscatto».

Diversi i punti salienti del Defr: l’approvazione ministeriale delle Zone Economiche Speciali (ZES) che consentono nuovi insediamenti produttivi su circa 5.600 mila ettari della Sicilia, tra aree portuali, retroportuali e aree di sviluppo industriale. Le ZES serviranno ad attrarre in Sicilia capitali, attività, persone, lavoro e nuove imprese per lo sviluppo. Esse godranno di notevoli incentivi fiscali, credito d’imposta per gli investimenti fino a 50 milioni di euro e di un consistente regime di semplificazioni stabilite da appositi protocolli e convenzioni.

Per il turismo nel corso del triennio 2021-2023, è prevista l’adozione di un’immagine unica e coordinata che contribuisca all’obiettivo strategico di rafforzamento del brand Sicilia. L’attività riguarderà in particolare la valorizzazione dei Siti Unesco, siti monumentali e archeologici, Parchi e Riserve, Borghi.

Nel settore delle infrastrutture, le opere strategiche da realizzarsi nel territorio della Regione siciliana sono definite nel Piano integrato delle infrastrutture e della mobilità (Piim) approvato nel 2017, che definisce la strategia comunitaria per i trasporti, prevedendo un’unica rete centrale “core” per tutti i nodi di trasporto da realizzare entro il 2030.

In materia urbanistica è stato predisposto dal Governo un disegno di legge che intende riformare l’attuale normativa per incentivare lo sviluppo del territorio senza ulteriore consumo di suolo, puntando sulla riqualificazione dell’esistente e promuovendo le iniziative volte alla tutela del rischio sismico ed idrogeologico.

La gestione dei rifiuti urbani in Sicilia è dopo molti anni organizzata in modo ordinario e non più emergenziale. Il nuovo Piano regionale dei rifiuti, in applicazione e nel rispetto delle nuove direttive comunitarie, ha come obiettivi: la prevenzione e il riutilizzo dei rifiuti; il trattamento in modo ecologicamente corretto; il recupero e il riciclaggio; lo smaltimento come ipotesi residuale.

Per la scuola è stato previsto un piano triennale di riqualificazione e messa in sicurezza degli edifici, secondo criteri di programmazione che, in vista della regolare ripresa delle attività didattiche, tengano anche conto delle necessità di contenimento dei rischi di contagio da COVID 19. Le iniziative del governo regionale in materia di istruzione riguardano anche le scuole paritarie, mentre nelle scuole superiori si rafforzeranno le azioni di apprendistato e di orientamento al lavoro.

Infine, si parla di Agenda digitale. Nel Defr 2021-2023, si punta al miglioramento dell’offerta di servizi digitali al territorio, per favorire e portare a compimento i processi di trasformazione digitale già avviati sia nella pubblica amministrazione regionale e locale, che nella società civile e nelle imprese.

 

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