Assicurazioni, banche e esattorie : come le donne  vivono l’emergenza.

Susanna Radeglia – Blue Assistance – Rsa Uilca

Susanna Radeglia, dipendente ed Rsa Uilca di Blue Assistance – Reale Group, raggiunta a Torino via skype, riferisce che il Gruppo di cui fa parte si è mosso molto bene. “E’ stato subito istituito un tavolo emergenziale con la partecipazione de rappresentanti delle OO.SS. che si riunisce 1 o 2 volte a settimana – dice Radeglia. Reale Group conta 2700 dipendenti sul territorio nazionale, compresi quelli impegnati nei CLD (Centri Liquidazione Danni). Di questi, il 98% lavora oggi da remoto. In Blue Assistance con circa 250 dipendenti, di cui 80 nel call center, sono tutti in Smart Working a parte alcune presenze a rotazione, necessarie a far fronte ad eventuali situazioni di emergenza tecnica. Ed ancora, per i genitori con figli tra 0 e 14 anni o per coloro che hanno figli con disabilità e necessità di assistenza, le eventuali ferie personali utilizzate in questo periodo saranno ristorate al 50% con permessi retribuiti.”

In Unipol, nel call center opera da Smart Working solo il 40% dei dipendenti. Inoltre, l’Azienda impone due giornate di ferie retribuite a settimana. Sia Allianz sia Generali hanno imposto l’utilizzo di 6 giornate di ferie ad ogni dipendente.

Ma come vive questa situazione Susanna Radeglia? “Tanta paura e tanta preoccupazione! Dal punto di vista lavorativo, essendo in atto una serie di misure per ridurre al massimo i rischi per noi lavoratrici e lavoratori, mi sento tutelata dall’Azienda.”

Sabina Carruba – Riscossione Sicilia

Per il comparto Esattoriali abbiamo raccolto la testimonianza di Sabina Carruba, palermitana di Riscossione Sicilia: “Questa emergenza è la guerra della nostra generazione contro un nemico subdolo, quindi, spaventoso. Sono angosciata per quanto succede ed arrabbiata poiché, il mondo occidentale, ha sottovalutato questo problema fino a che non ci ha colpito.  Noi meridionali siamo orfani dei contatti personali, degli abbracci e dei baci di cui si alimenta il nostro modo di essere sociali. In ufficio siamo ben distanziati (uno per stanza) e non riceviamo pubblico. Spero di essere al più presto in smart working, perché uscire di casa, la mattina, mi mette ansia e poi per evitare tutte le procedure di igienizzazione al rientro”.

Anche tra le banche si procede in ordine sparso. I grossi gruppi hanno attivato subito procedure di acquisto per i dispositivi di protezione individuale. Altre sono rimaste al palo. Tutte hanno adottato soluzioni organizzative per ridurre la presenza di dipendenti nelle casse e contingentato il numero di sportelli aperti e delle persone al lavoro.

Smart working molto diffuso per le sedi centrali e turnazione dei colleghi in succursale. Si va per appuntamento in tutte le Aziende di credito. Concessi permessi retribuiti ed, in qualche caso, imposte ferie a coloro i quali dovevano rimanere a casa per necessità personali o di assistenza a familiari.

Marcella Manduca – Banca Sella

Marcella Manduca di Banca Sella ci racconta le proprie emozioni al riguardo: “Per forma mentis sono fatalista. Lo sono ancor di più per mie vicissitudini personali. Non percepisco questa grande tensione e queste paure che registro intorno a me anche tra persone a me vicine e di cui sono pieni i media ed i social network. Mi cautelo, ma vado serenamente al lavoro, alternandomi con i colleghi. Mi sento tutelata dall’Azienda che, come nel mio caso, ci fa alternare lavoro in ufficio e da smart working. Non riesco a spiegarmi cosa c’è, se c’è qualcosa dietro questa epidemia: è la nuova peste? O c’è qualche altra macchinazione? In Italia, subiamo, come sempre in un senso o nell’altro. Quello che mi preoccupa di più è quello che ci aspetta dopo perché non sono sicura che il Governo e tutte le altre Istituzioni riusciranno a far fronte a questa enorme crisi economica che si prospetta e che, per alcuni aspetti, è già cominciata. Speriamo di uscirne tutti insieme.”

Maria Rita Rizzo – Banca Sicana – Rsa Uilca

Maria Rita Rizzo dipendente ed RSA Uilca Banca Sicana: “C’è tanta tensione poiché siamo stati colti tutti impreparati. Mi reco in ufficio preoccupata perché penso di potere essere portatrice di problemi anche per i miei cari. Al lavoro svolgiamo anche una funzione di assistenza quasi psicologica per la clientela che vuole essere rassicurata  anche se sereni non lo siamo neanche noi. Chiedono spesso chiarimenti sulle norme in atto. L’Azienda ha distribuito i presidi necessari ad evitare il contagio e seppur con i ritardi dovuti alle difficoltà di approvvigionamento adesso c’è quasi tutto. Lo stato di insicurezza permane comunque perché questa emergenza ha sconvolto le certezze di tutti .”

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