Una corsa spasmodica agli sportelli bancari per richiedere i finanziamenti del DL n 23 del 2020. Ma perché tanta fretta?
La prima risposta che viene in mente è la necessità di liquidità immediata che tutte le imprese registrano visto il blocco quasi totale della produzione e, quindi, degli introiti.
Per far fronte a queste necessità, il Governo con i primi provvedimenti per l’emergenza, oltre a finanziare la Cassa Integrazione anche per le aziende con meno di 15 dipendenti, ha dato soldi a fondo perduto a lavoratori autonomi (partite iva) ed, adesso, sta garantendo fino al 100% i finanziamenti alle aziende di dimensioni contenute con un importo fino a 25.000 euro e con percentuali variabili dal 70% al 90%, finanziamenti alle aziende che rientrano nelle fasce superiori alle prime e che possono richiedere fino ad un massimo di 800.000 euro di finanziamento con degli schemi e dei limiti ben precisi.
Il fondo assegnato per le garanzie ai prestiti alle aziende ha un valore finito e probabilmente sarà molto usato visto lo stato di salute attuale di queste in Italia a seguito del lockdown.
Anche da questo nasce la fretta a fare richiesta in banca.
Le banche sono gli enti eroganti di tutto e sono sotto stress in un periodo di turnazioni, chiusure parziali e contingentamento degli accessi in filiale, si trovano a gestire, oltre alla normale attività, ritenuta servizio essenziale, una mole enorme di richieste di credito con dei flussi di clienti agli sportelli contingentati e su appuntamento.
Ieri, nel primo giorno in cui era consentito fare richiesta presso gli sportelli nazionali, Mps ne ha ricevuto circa 13.000, BPM 8.000, 5.000 BNL, BPER 1.500 e 1.000 Credem. Intesa San Paolo ne ha ricevuto 70.000.
I tempi di risposta ai clienti si allungano. Occorre effettuare l’analisi del merito creditizio come per ogni affidamento e immettere una quantità notevole di dati nel sistema informativo.
Tutto questo stride con gli annunci del Governo e dell’Abi che promettono tempi rapidissimi per la liquidazione di quanto richiesto.
Da qui le invettive e le minacce verso i dipendenti bancari che sono sfociate, ieri, in due casi gravi ad Alghero ed a Catania dove, nei pressi di due istituti di credito, sono stati trovati pacchi sospetti con chiaro intento intimidatorio.
I Sindacati di settore hanno manifestato al Ministro degli Interni, nei giorni scorsi, le proprie preoccupazioni sulla sicurezza dei lavoratori.
Ed è per questo che, da ieri, molti sportelli “a rischio” di varie banche in tutta Italia, sono presidiati dalle Forze dell’Ordine.