Per gli iscritti del Fondo Pensioni del personale ex CCRVE, è in arrivo un plico inviato dalla Commissione Elettorale.

Fra gli altri documenti, conterrà una scheda per partecipare ad un referendum con il quale si propone di integrare l’art. 12 del Progetto di Riforma delle prestazioni, articolo molto caro alla Uilca.

Perché integrare questo articolo? E’ un’iniziativa della Commissione di vigilanza dei Fondi Pensione (COVIP). che chiede l’allineamento del nostro Fondo alla norma del Decreto Ministeriale Economia e Finanza n.62 del 2007, in base alla quale il patrimonio immobiliare non può essere superiore al 20% dell’intero patrimonio detenuto da ciascun Fondo. Ciò comporta la necessità di accelerare ulteriormente le vendite, che peraltro consentiranno una più veloce distribuzione delle somme che ciascuno degli aventi diritto ancora attende.

Il Consiglio di Amministrazione del Fondo, con il contributo della Uilca, ha formulato un “Piano per la dismissione del patrimonio immobiliare”, che ha già dato ottimi risultati, nel rispetto dei principi di legalità e trasparenza.

Per tenere fede alle disposizioni della Covip, occorre accelerare le vendite degli immobili.

Per far ciò il referendum chiede agli iscritti al Fondo di approvare o meno l’abbassamento dei prezzi posti a base d’asta onde invogliare i possibili acquirenti.

C’è da dire che, con questa pratica, si potrebbe pervenire ad un mancato raggiungimento del totale degli importi residui ancora dovuti agli iscritti anche se, queste somme, seppur parziali, sarebbero incassate in breve tempo.

La Uilca Sicilia, condividendo a pieno la linea del Consigliere di Amministrazione di riferimento Giuseppe Iannì, è convinta che non necessariamente si determinerebbe questo problema.

Giuseppe Iannì – Consigliere di Amministrazione del Fondo Pensioni CCRVE

Infatti, sulla base di quanto riferisce il Consigliere Iannì, gli accantonamenti di bilancio già operati come da obbligo statutario, sono in grado di compensare l’eventuale minor ricavo dalle vendite, purché non si arrivi a delle svendite che vedrebbero la Uilca contraria.

La Uilca Sicilia ritiene, quindi, utile per gli iscritti, la modifica statutaria che sostiene senza perplessità chiedendo di approvarla tramite questo referendum.

Questa modifica introdurrebbe nello statuto una norma che vincola gli Amministratori e l’eventuale Commissario liquidatore a dismettere il patrimonio immobiliare attraverso aste pubbliche competitive.

Votare, secondo Uilca, è giusto anche perché va verso la direzione che il sindacato ha sempre sostenuto ed auspicato quella cioè di vendere il patrimonio immobiliare al miglior prezzo possibile al fine di liquidare le singole posizioni spettanti ai colleghi e chiudere il Fondo stesso, per evitare tra l’altro ulteriori costi di gestione comunque onerosi.

Per raggiungere questo obiettivo occorre votare “Approvo” ed è quello che Uilca chiede, consapevole che è la migliore soluzione per tutti.

Inoltre, il voto è un fondamentale strumento di democrazia e che va espresso anche se non si è d’accordo con la proposta. L’astensione, non è nella cultura del sindacato, che ha una tradizione basata sulle scelte e sul coraggio del “SI” o del “NO”.

Ecco perché la Uilca Sicilia non è d’accordo con coloro i quali suggeriscono di nascondere la testa sotto la sabbia, delegando a chi vota l’onere delle scelte.