“L’analisi dei bilanci semestrali degli undici principali istituti di credito italiani evidenzia un aumento dell’utile complessivo di 847 milioni di euro rispetto allo stesso periodo del 2018.”

E’ quanto dichiara Roberto Telatin, responsabile del Centro Studi Uilca Orietta Guerra.

“Una sola delle undici ha registrato una perdita nel bilancio semestrale; questi numeri tengono conto anche di alcune operazioni straordinarie.”

 

 

 

 

“Queste banche, che impiegano circa il 70% degli addetti italiani del settore, registrano una contrazione dei costi amministrativi e, quindi, anche del personale, ma anche una riduzione dei ricavi (-5,2%). Sono in contrazione anche il margine di interesse (-3,5%) e i ricavi per commissioni (-3,6%).”

 

 

Sul versante dei crediti deteriorati, le banche hanno svolto i compiti loro assegnati dalle istituzioni nazionali ed europee. Sono comunque ancora presenti sofferenze per il 40,3% ed UTP (Unlikely to pay) per il 56,9%.

Massimo Masi, Segretario Generale della Uilca, sottolinea come l’aumento di redditività delle banche incentrato sulla riduzione dei costi deve far porre alcune domande.

“Quando accade una contrazione dei ricavi contemporaneamente alla riduzione dei costi operativi è necessario chiedersi se la continua riduzione delle spese, soprattutto del personale, sia la via corretta per accrescere il valore dell’impresa, oppure se vi siano altre strade da percorrere”

 

 

 

 

 

 

“Inoltre- continua Masi- l’argenteria di famiglia ormai è finita in quasi tutte le banche e conseguire utili con operazioni straordinarie, quali cessioni di partecipazioni, ora non più strategiche, per perseguire gli obiettivi reddituali promessi nei piani industriali, potrebbe non essere la scelta che garantisca solidità al sistema, soprattutto perché questi utili vengono liquidati agli azionisti e non investiti nelle banche.

Se si correrà alla distribuzione di dividendi, non si potrà investire in tecnologia e nell’organizzazione di nuovi modelli di business.”

Nell’ inseguire gli obiettivi reddituali promessi con i piani industriali le Aziende devono tener conto anche degli scenari politico economici nazionali ed internazionali.

La pulizia dei bilanci dai crediti deteriorati potrà non essere efficace.

Per il futuro immediato Telatin afferma:

“Il nuovo processo di aiuti monetari che la Banca Centrale ha annunciato, e inizierà ad attuare per tentare di rilanciare l’economia europea, evidenzia come la stagione dei bassi tassi d’interesse sia destinata a durare.”

“Questo permetterà alle imprese di avere un costo del denaro più basso, ma per il sistema bancario sarà un problema riuscire a trovare utili dall’intermediazione creditizia, al netto delle rettifiche su crediti futuri, per la stagnazione economica attuale.”

Conclude Telatin: “Dalla nostra ricerca emerge che il valore di mercato delle banche italiane è pari al 44% del loro patrimonio e la redditività è aumentata rispetto agli anni precedenti, facendole diventare anche possibili prede per investitori disposti a ‘smontarle’ e rivenderle a pezzi. Idea che con lo spread sui titoli di stato in aumento diverrà sempre più conveniente”.

 

Il Segretario Generale Uilca Massimo Masi chiosa:

“Cosa resterà di un’economia che vedrà ridursi il numero delle banche, con la possibilità che una ridotta presenza di aziende di credito porterà minori finanziamenti alle imprese? Concordiamo con il Presidente dell’ABI Patuelli- continua Masi- sull’opportunità di fusioni solo se indispensabili e non a prescindere.

Infine bisogna contrastare l’ineludibilità e la rassegnazione ad un calo costante dell’occupazione nelle banche. Ci chiediamo se sia più urgente per le banche italiane remunerare gli azionisti o procedere a nuovi modelli di business investendo in tecnologia.”