Il 26 maggio 2021 l’ABI, ha emanato una circolare (Prot. UTR/UCR/001064) per dare dei chiarimenti ai soggetti interessati, partendo dai propri associati, circa le asseverazioni necessarie per potere ritenere valida una pratica per l’ottenimento del superbonus 110%.

Si stima che, a fine aprile, erano state inoltrate poco più di 12.000 domande. Tra queste, il 10% da condomini ed il rimanente 90% da unità immobiliari.

Fino ad ora il superbonus 110%, strumento di incentivazione dell’economia, attivato dal cosiddetto DL “Rilancio”, è stato poco appetibile per le lunghe pratiche burocratiche e per le perplessità circa le questioni fiscali. La possibilità della cessione del credito è conveniente rispetto all’utilizzo del superbonus per detrarre tasse dalla propria dichiarazione dei redditi; infatti, questi rimborsi irpef avverrebbero in cinque anni e nei limiti della capienza irpef del dichiarante.

La possibilità di avere lo sconto in fattura o, meglio, cedere il credito derivante dall’agevolazione a soggetti terzi come i fornitori delle prestazioni d’opera o le banche, fa venire meno il problema della capienza irpef annuale. Nel caso di cessione del credito alle banche sorge il problema, per queste, dell’attendibilità documentale per fornire il credito necessario ai soggetti richiedenti.

Un emendamento all’art. 119, inserito in sede di conversione in legge del DL Rilancio, specifica che le asseverazioni da produrre per l’avvio della pratica devono evidenziare la regolarità abitativa delle parti comuni in un condominio.

E’ fatta salva qualsiasi irregolarità nell’unità immobiliare privata.

Importante il chiarimento poiché, come si sa, per potere usufruire del superbonus 110%, occorre effettuare almeno un intervento principale o trainante come l’isolamento termico dell’edificio (almeno il 25% delle parti opache), la sostituzione dell’impianto di riscaldamento con uno a pompa di calore o a condensazione, etc., ed ancora almeno uno degli interventi trainati come installazione di pannelli fotovoltaici, sostituzione degli infissi, installazione di colonnine elettriche per la ricarica di veicoli elettrici, etc. bloccati, fino ad ora a causa di eventuali irregolarità edilizie.

Altra novità inserita nell’emendamento è quella di potere avviare i lavori, come per gli altri interventi agevolati, senza dovere aspettare l’autorizzazione del Comune che dovrebbe controllare, nei suoi archivi, la regolarità edilizia dell’immobile. Basterà una CILA (Comunicazione di Inizio Lavori Asseverata) per iniziare l’intervento. Quest’ultima norma farà risparmiare almeno tre mesi di tempo per l’inizio delle attività e circa 110 milioni di euro allo Stato per attività autorizzative.

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