Aumenta il clima di tensione nei confronti dei dipendenti degli istituti di credito che durante queste difficili settimane di lockdown e conseguente crisi economica hanno visto aumentare gli attacchi alle loro persone e agli uffici in cui lavorano.

A lanciare l’allarme sono i segretari generali delle organizzazioni sindacali di categoria che nella giornata di ieri hanno presentato un esposto a tutte le Procure della Repubblica in Italia, informando contestualmente il ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese, per denunciare il crescente e inaccettabile clima di odio contro il settore bancario e, in particolare, verso la categoria delle lavoratrici e dei lavoratori delle banche.

“Si tratta di un clima di odio pericoloso che trae origine dalla necessità di individuare a tutti i costi un colpevole per i ritardi che si stanno verificando in relazione al decreto liquidità del governo e ai prestiti garantiti dallo Stato, che vengono erogati con alcune difficoltà mai imputabili alle lavoratrici e ai lavoratori bancari. Negli ultimi giorni, l’attenzione di tutti i media su questo argomento è cresciuta sensibilmente e, peggio ancora, vengono diffuse e mandate in onda telefonate registrate con gli operatori bancari, con il solo becero obiettivo di dare la colpa a qualcuno. Se si verificheranno violenze fisiche gravi o, peggio, se ci “scapperà” il morto, la colpa sarà sia di chi ha contribuito a scatenare questo clima d’odio sia di chi fa cattiva informazione”. Affermano il Segretario Generale della Uilca Massimo Masi ed i suoi colleghi.

In queste settimane si è assistito a forme di violenza di ogni genere: aggressioni verbali, minacce, offese… E poi vetrine prese a sassate, ruote delle autovetture di direttori di filiale bucate e perfino finti pacchi bomba. Da Nord a Sud l’intera categoria è stata presa di mira per i ritardi degli aiuti promessi dallo Stato.

La poca chiarezza nei decreti, il non adeguamento delle normative aziendali, l’assenza di tempestività di risposte nelle procedure da attivare per accedere ai Fondi di garanzia statali stanno creando il caos. Da una parte i bancari, che cercano di adempiere ai propri doveri, e dall’altra la disperazione della gente che da mesi non percepisce stipendio o incassi commerciali.

I dipendenti del credito si trovano, in questi mesi, a doversi occupare di svariate centinaia di migliaia di pratiche relative a sospensione di mutui, sia per i privati sia per le imprese, all’anticipazione della cassa integrazione, alla concessione dei finanziamenti alle aziende. Il tutto in un sistema estremamente farraginoso e burocratizzato, con decreti che introducono novità con cadenza settimanale. Come dichiarato in un comunicato odierno da Abi, al 6 maggio le banche hanno inviato al Fondo di Garanzia 103.282 domande, per oltre sei miliardi di euro di finanziamenti, di queste 80.873 riguardano i prestiti a partite iva autonomi e piccole imprese, quelli previsti fino ai famosi 25.000 euro.

Purtroppo anche in Sicilia il clima di odio è stato fomentato dalle stesse istituzioni, così come accaduto a Messina, dove il sindaco Catena De Luca, strumentalizzando la situazione, ha aumentato, suo malgrado, un clima di violenza contro gli incolpevoli bancari. A denunciarlo Fabi, First-Cisl, Fisac-Cgil, Uilca e Unisin di Messina.

Ivan Tripodi

(In foto Ivan Tripodi Segretario Generale Uil- Uilca Messina)

“Negli ultimi anni, spesso per ottenere consenso politico, è diventata prassi attaccare le Aziende di credito, senza spiegare, qualora se ne fosse a conoscenza, quale sia la differenza tra il “Banchiere” e il “Bancario” che è un lavoratore come tutti gli altri ” afferma Ivan Tripodi Segretario Generale Uil-Uilca Messina.

“Siamo Bancari non siamo Banchieri” fu lo slogan dello sciopero nazionale per il rinnovo del precedente contratto collettivo nazionale di categoria, ma a distanza di quasi 5 anni la percezione comune sembra non essere variata, ed i bancari sono ancora una volta diventati l’unico capro espiatorio.

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