Come riportato dal Wall Street Journal il 05 ottobre scorso, PayPal intende rinunciare alla partecipazione al progetto Libra, ovvero all’emissione di moneta virtuale da parte di Facebook basata su criptovalute. E poco prima della riunione fondativa di Libra Association a Ginevra del 14 ottobre, hanno mollato anche Visa, MasterCard, Stripe, Mercado Pago ed altri player finanziari che avevano aderito, inizialmente, al progetto.

Mark Zuckerberg – fondatore di Facebook

A giugno 2019 Mark Zuckerberg aveva annunciato questa sua iniziativa enfatizzandola per i risvolti etico-sociali che ne sarebbero conseguiti.

Infatti, secondo il fondatore di Facebook, il progetto Libra avrebbe reso più semplice l’accesso allo scambio di valuta ed ai servizi finanziari in genere, con minime commissioni, ad oltre 1,7 miliardi di utenti facebook “unbanked” (non bancarizzati).

Inviare e ricevere denaro sarebbe stato facile come postare messaggi e foto su Facebook. Nel caso di Libra potendo usare anche WhatsApp e Messenger.

Zuckerberg da circa due anni lavorava a questo progetto. Infatti per molti mesi non sono state ammesse pubblicità di criptovalute sui suoi social networks poiché sarebbero state concorrenti o le voci sulla possibile acquisizione di Coinbase, una società di scambio di criptovalute.

Ed ancora, evento poco pubblicizzato, l’acquisto di una licenza finanziaria in Irlanda nel gennaio del 2018 per potere offrire credito ai propri utenti (circa 2,4 miliardi).

Ma cos’è Libra?

Libra sarà una criptovaluta che si aggiungerà alle circa 2.230 già presenti nel mondo. Le più importanti sono basate sul sistema “blockchain” ovvero un database distribuito su una rete con più nodi per rendere gestibili le transazioni finanziarie da più parti.

Tutto affidato al controllo dei gestori dei nodi, uno per ogni fondatore, con l’aiuto della criptazione dei dati.

Libra, con l’utilizzo di un paniere in valute convenzionali, avrà un valore stabile, legato al dollaro Usa.

Mark Zuckerberg aveva indicato nella sua presentazione di giugno i partner iniziali:

  • Settore Pagamenti: Mastercard, PayPal, PayU (Naspers’ fintech arm), Stripe, Visa
  • Settore Technology and marketplaces: Booking Holdings, eBay, Facebook/Calibra, Farfetch, Lyft, MercadoPago, Spotify AB, Uber Technologies, Inc.
  • Settore Telecomunicazioni: Iliad, Vodafone Group
  • Settore Blockchain: Anchorage, Bison Trails, Coinbase, Inc., Xapo Holdings Limited
  • Settore Venture Capital: Andreessen Horowitz, Breakthrough Initiatives, Ribbit Capital, Thrive Capital, Union Square Ventures
  • Non profit and multilateral organizations, and academic institutions: Creative Destruction Lab, Kiva, Mercy Corps, Women’s World Banking

Zuckerberg auspicava un allargamento ad almeno cento attori.

Di fatto, con le pesanti critiche che le autorità finanziarie e politiche americane ma anche quelle europee hanno espresso sul progetto di emissione di queste valute, PayPal, Visa, Mastercard ed altri hanno deciso di rinunciare alla partecipazione attiva del progetto, almeno in una fase iniziale.

Visa, Mastercard, Stripe, Mercado Pago privano, di fatto, Libra dei principali attori del network dei pagamenti elettronici che avrebbero dovuto garantire sulle identità dei clienti.

Non è da escludere che stia impressionando il fatto che sia Facebook la promotrice di questa iniziativa che preoccupa le autorità ed i governi poiché, l’emissione di valuta è sempre stato un carattere distintivo delle autorità monetarie territoriali e questa sovranità è stata ricordata dal ministro francese Bruno Le Maire.

L’iniziativa dei senatori democratici americani Brian Schetz e Sherrod Brown che hanno scritto ai board di Visa e Mastercard ammonendoli che la partecipazione ad un progetto di questo tipo, avrebbe aperto a severi controlli anche sul resto delle attività tradizionali di queste compagnie ha fatto il resto.

Tra le motivazioni che hanno indotto istituzioni finanziarie e politiche ad essere guardinghe rispetto ad un fenomeno così esteso c’è quello legato ai possibili usi fraudolenti dei servizi finanziari.

Alcuni studi della University of Technology di Sidney hanno evidenziato come già oggi circa un quarto degli utenti di Bitcoin, e metà delle transazioni, riguardano attività illegali, per un totale di 76 miliardi di dollari l’anno. Senza contare furti da parte di pirati informatici che hanno generato un bottino da un miliardo di dollari nel 2018. Abbastanza da tenere alto l’allarme per l’arrivo di un protagonista del calibro di Facebook.

Ad inizio agosto, Mark Zuckerberg, in un post, ha fatto una sorta di marcia indietro, avvisando che Libra e la sussidiaria Calibra potrebbero subire dei ritardi notevoli rispetto al 2020 o addirittura non essere mai lanciati. Una tattica per contrastare pressioni e critiche che gli piovono addosso da più parti da quando ha annunciato la criptovaluta di Facebook? O un autentico dietro-front?

Fonti: www.Ilsole24ore.com; www.economyup.it; www.repubblica.it