Da uno studio di UBS, società di servizi finanziari e banca di investimenti svizzera, stilato in collaborazione con PwC, società di consulenza, il numero dei miliardari in Italia è sceso del 20%. Almeno di quelli che dichiarano di esserlo.

Infatti dai 43 del 2017, sono passati ai 35 del dicembre 2018. E questo si accompagna con una contrazione della ricchezza depositata che si è ridotta a 142,7 miliardi di dollari da poco più di 170 miliardi dell’anno prima.

Di questi 35 paperoni, il 46% è un “self made man”. Hanno accumulato un patrimonio inferiore del 16%, inferiore della media mondiale.

Inoltre, 3 sono new entry e due di loro sono donne.

Queste new entry hanno fatto lievitare di 3,9 mld di dollari il totale nel nostro Paese. L’unico settore in crescita è stato quello dell’industria che ha fatto registrare un +2% ovvero da 11,9 a 12,1 miliardi di dollari.

Ed anche se negli ultimi 5 anni c’è stata una contrazione della nascita di nuovi miliardari dovuta a congiunture dei mercati azionari e valutari, i paperoni hanno continuato a creare e guidare imprese oltre ad impegnarsi in attività filantropiche.

Nel mondo, lo studio di Ubs e PwC evidenzia che la ricchezza dei miliardari è scesa di 388 miliardi, attestandosi a 8,5 trilioni di dollari, segnando un arrretramento dopo un lustro di crescita.

Fanno eccezione le Americhe con 33 nuovi miliardari in 12 mesi.

Il settore che fa meglio ai propri imprenditori è quello legato alla tecnologia.