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ABI: Diminuiscono le rapine in banca ma non al Sud

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sede Abi

L ’Abi comunica i risultati positivi ottenuti in termine di prevenzione del rischio rapina nel periodo 2013-2017. Nel settore bancario assistiamo ad una diminuzione del 70% di rapine allo sportello denunciate all’Autorità giudiziaria.

Un investimento di oltre 3 miliardi di euro, stanziati dalle banche nel periodo 2013-2017 (una media di 645 milioni all’anno) e l’adozione di misure di protezione più moderne ed efficaci, affiancate ad attività di formazione ai propri dipendenti, hanno reso possibile questo calo di eventi criminosi. Inoltre anche l’aumento delle rapine fallite è un altro dato degno di nota. La percentuale di rapine fallite è salita, infatti, al 35,1% (era pari al 24,5% nel 2013), a dimostrazione di come le diverse iniziative intraprese per contrastare il fenomeno stiano avendo un effetto positivo non solo sul numero assoluto di attacchi ma anche sull’esito degli attacchi stessi.

L’indagine è stata messo a punto nell’ambito dell’Osservatorio Intersettoriale avviato da OSSIF, il Centro di Ricerca dell’ABI sulla Sicurezza Anticrimine, in collaborazione col Servizio Analisi Criminale della Direzione Centrale della Polizia Criminale del Dipartimento di Pubblica Sicurezza del Ministero dell’Interno, e con la partecipazione di Assovalori, Confcommercio – Imprese per l’Italia, Federazione Italiana Tabaccai, Federdistribuzione, Federfarma, Poste Italiane e Unione Petrolifera.

Purtroppo questi dati positivi non si ripercuotono in egual misura su tutto il territorio nazionale. La Sicilia insieme alla Campania presenta una maggiore criticità del fenomeno rapina, in queste regioni il livello di rischio è risultato superiore a quello medio nazionale per tutti i settori considerati (banche, uffici postali, tabaccherie e farmacie). In particolare, la Sicilia (insieme alla Puglia) è risultata al primo posto della graduatoria con riferimento alle rapine negli uffici postali con un valore di 5,1 rapine ogni 100 uffici postali.

Nei mesi scorsi il Comitato Esecutivo dell’ABI ha approvato la nuova versione del Protocollo Anticrimine “Protocollo di intesa per la prevenzione della criminalità ai danni delle banche e della clientela” tra Prefettura, Abi e banche firmatarie. Rispetto alla precedente versione, l’Accordo è stato esteso alla prevenzione di altre fenomenologie criminose quali le truffe alla clientela, gli atti vandalici e terroristici, nonché le aggressioni al personale non a scopo predatorio.

 

 

 

BALLOTTA (UILCA SICILIA): No alle penalizzazioni dei lavoratori siciliani di Carige.

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Prendiamo atto con soddisfazione del Decreto Legge approvato ieri sera in Consiglio dei Ministri, con il quale lo Stato è intervenuto in soccorso di Banca CARIGE come già avvenuto in passato per MPS.” dichiara Riccardo Ballotta, Segretario Regionale Uilca Sicilia (nella foto).

La Carige potrà emettere obbligazioni garantite dallo Stato per far fronte a situazioni di crisi, a tutela dei risparmiatori

“In Sicilia, – continua Ballotta – a seguito della cessione di sportelli ex Banco di Sicilia, ex Sicilcassa ed ex Banca di Roma avvenuta tra il 2007 ed il 2008, la Cassa di Risparmio di Genova ed Imperia ha acquisito dimensioni importanti

nell’ambito del settore del credito regionale con più di 60 sportelli e circa 300 lavoratori.

Oggi Banca CARIGE conta, a seguito delle razionalizzazioni e degli esodi, 40 filiali e più di 200 lavoratori, che hanno contribuito – grazie alla loro professionalità e nonostante l’incertezza nella quale vivono da diversi anni – alla tenuta della banca sul mercato grazie alla gestione della clientela peraltro preoccupata a causa delle notizie sull’ Istituto.”

Aggiunge Giuseppe Gargano, Segretario Generale Uilca Sicilia (nella foto):

“Saremo molto attenti a portare all’attenzione della Segreteria Nazionale e del Coordinamento Aziendale UILCA, le giuste istanze dei lavoratori siciliani di Banca CARIGE, che non dovranno pagare la cattiva gestione della proprietà, che continuano ad essere il primo patrimonio della banca, e non dovranno subire penalizzazioni in alcun modo nei prevedibili processi di fusione/incorporazione che interesseranno l’Istituto quali mobilità sfrenata, sacrifici salariali o perdita di occupazione.

La Sicilia ha già pagato e continua a pagare un prezzo elevatissimo a causa della ristrutturazione del settore, e non possiamo permettere alcuna “distrazione” sul credito in Regione, valore determinante per la ripartenza dell’ economia”.

Antonello da Messina a Palermo.

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Cinquecentotrentanove anni per rimetterne insieme l’eredità visiva, riunendo a Palermo, nella Galleria Regionale della Sicilia di Palazzo Abatellis, fino al 10 febbraio 2019, quasi la metà delle opere esistenti di Antonello Da Messina.”

In questi giorni potrete ammirare alcune delle opere più famose del più grande pittore siciliano del XV secolo, Antonello De Antonio, detto Antonello da Messina, dalle 09:00 alle 18:30, costo del biglietto € 13,00 intero o € 11,00 ridotto.

Ritratto di marinaio ignoto

Hanno già fatto visita alla mostra in 8.000 dopo solo 15 giorni. Si prevede che il boom continuerà poiché  molte scolaresche potranno approfittare della singolare occasione. 

 

Crocifissione

Tra i dipinti esposti,  “Annunciazione”, “Crocifissione”, “San Giovanni evangelista”, “San Benedetto”,  “Ritratto di ignoto marinaio”, “Annunciata”.

Nato a Messina tra il 1425 ed il 1430 e morto nella stessa città nel 1479, la sua vita, in alcune periodi è avvolta nel mistero, si ha traccia della sua attività come ragazzo di bottega presso il Colantonio a Napoli intorno al 1450.

Sono certi i suoi spostamenti a Napoli e Venezia, secondo molti storici d’arte sarebbe questo il primo contatto con esponenti della scuola pittorica fiamminga che ha influenzato i lavori dell’artista siciliano.

Annunciata

Le sue opere sono piene di luce, colori e dettagli come nei migliori dipinti fiamminghi ed hanno una “dimensione psicologica” che fa assurgere questo artista ad una rilevante collocazione europea.

 

 

 

Purtroppo alcune opere sono presenti soltanto in copia fotografica in quanto gli originali non sono pervenuti alla mostra.

Annunciazione

Tra gli originali pervenuti, c’è da notare, altresì, la carente conservazione di alcuni di essi. E’ il caso dell’ “Annunciazione“, oggetto, nel tempo , di restauri inefficaci e, a volte, dannosi.

 

 

 

La Uil Messina denuncia il sindaco De Luca

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Anno nuovo vecchia querelle… quelle tra il sindaco di Messina  Cateno De Luca e le organizzazioni sindacali.

In occasione del comizio tenutosi il 31 dicembre la “musica” non è cambiata. “Il fallimentare comizio di Capodanno del sindaco De Luca, oltre a registrare un tragico flop certificato dalla presenza di sole 180 persone, molte delle quali tra l’altro in attesa del concerto, rappresenta l’ennesima pantomima di un sindaco prigioniero di sé stesso che nei primi sei mesi di amministrazione non ha prodotto assolutamente nulla: solo annunci e parole al vento, nonché tante offese e tantissimo veleno contro la Uil, la Cgil, la stampa, i lavoratori comunali, le altre istituzioni”, così Ivan Tripodi segretario generale della Uil Messina, secondo il quale a mancare sarebbe una visione d’insieme, un progetto che miri al risanamento socio- economico della città dello stretto: il tutto aggravato da toni e modalità di espressione non adatti a chi ricopre un ruolo istituzionale.

 

(In foto Cateno De Luca. Fonte lasicilia.it)

 

La Uil Messina ha denunciato il sindaco De Luca alle autorità competenti:

“Rispetto alle indegne offese e alle vergognose calunnie reiteratamente espresse dal sindaco di Messina contro la UIL- aggiunge Tripodi- nel respingere al mittente le oscenità che evidentemente qualificano chi le pronuncia, ribadiamo che, ormai, la questione è passata al vaglio della Magistratura che avrà modo di valutare i termini della denuncia-querela che, per difendere la dignità e l’onorabilità della nostra gloriosa organizzazione sindacale, nei giorni scorsi abbiamo formalmente presentato”.

 

 

Musumeci “66 Mln di imposte Unicredit nelle casse regionali”

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Unicredit verserà alla Regione Siciliana circa 66 milioni di euro relativi alle imposte pagate dalla banca all’erario. A comunicare la notizia al governatore Nello Musumeci è stato il responsabile di UniCredit Sicilia, Salvatore Malandrino (in foto).

Un riconoscimento in capo alla Regione, quindi, di una parte dei tributi annuali versati dall’Istituto di credito per i redditi prodotti nell’Isola. Si tratta di un evento straordinario, tenuto conto che la sede della banca non si trova sul territorio siciliano. Questo a testimonianza del grande rapporto che Unicredit, con il suo ex Banco di Sicilia, ha con l’isola. Sicuramente una ventata di ossigeno per le casse siciliane.

 

“Voglio esprimere un apprezzamento – sottolinea il presidente della Regione – per la decisione maturata dai vertici di UniCredit, un ulteriore segnale di attenzione che la banca presta al territorio regionale. La scelta, assunta in maniera condivisa con il dipartimento delle Finanze del competente ministero, è un passo importante affinché’ il gettito di tutte le imposte erariali maturate nell’Isola, ancorché’ versate al di fuori per ragioni di carattere amministrativo, restino in Sicilia”.

 

Vent’anni di euro e il taglio da 500 va in pensione

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euro

Nel 2019 si festeggiano i 20 anni dell’euro, la moneta unica che entrò in vigore il 1 gennaio 1999 in undici Paesi dell’Unione Europea. Con l’introduzione dell’euro si completava il percorso verso la libera circolazione di capitali in Europa, l’istituzione di un’autorità monetaria comune e una politica monetaria unica nell’ambito della Bce. Oggi i Paesi facenti parte dell’unione monetaria sono 19, l’euro è la seconda divisa più importante a livello internazionale, dopo il dollaro, con oltre 60 Paesi che la utilizzano o vi collegano la loro moneta. Secondo il Presidente della Bce Mario Draghi l’euro è una “conseguenza logica e necessaria del mercato unico. Con l’euro è più facile spostarsi, commerciare ed effettuare transazioni all’interno della zona euro e con il resto del mondo. Vent’anni dopo abbiamo una generazione che non conosce altra valuta nazionale”

Con l’anniversario della moneta unica andranno però in pensione le banconote da 500 euro, stampate per la prima volta nel 2002. A partire dal 27 gennaio, infatti, tutte le banche centrali non potranno più diffonderla ad eccezione di Austria e Germania dove si continueranno a stampare fino al 26 aprile. L’utilizzo del taglio da 500 euro è sempre stato poco diffuso e molto problematico, soprattutto alla luce dell’inasprimento delle normative sull’antiriciclaggio. Guardato con diffidenza da consumatori e commercianti, nonostante sia il taglio meno contraffatto, è forse stato utilizzato più per usi legati ad attività illecite che dal grande pubblico dei cittadini europei. La lotta all’evasione e alla criminalità, oltre allo scarso utilizzo, sono sicuramente tra i motivi della fine dell’epoca dei biglietti viola.

Abi: le banche sospendano i mutui per i comuni etnei terremotati

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Nella notte del 26 dicembre alle 3:19 la terra ha tremato alle pendici dell’Etna con epicentro tra i comuni di Viagrande e Trecastagni, un terremoto di magnitudo 4.8 che ha causato diversi feriti e molti danni ad immobili. Migliaia le richieste di sopralluoghi e centinaia le persone le cui case sono al momento inagibili.

In data 28 dicembre il Consiglio dei Ministri ha dichiarazione lo stato di emergenza, per 12 mesi, in conseguenza dell’evento sismico che ha colpito il territorio dei comuni di Aci Bonaccorsi, Aci Catena, Aci Sant’Antonio, Acireale, Milo, Santa Venerina, Trecastagni, Viagrande e Zafferana Etnea, in provincia di Catania. Per l’avvio delle prime attività di soccorso e assistenza alle popolazioni colpite sono stati pertanto stanziati 10 milioni di euro, a valere sul Fondo per le emergenze nazionali.

A seguito della dichiarazione dello stato di emergenza, l’ABI invita le banche a dare immediata attuazione alla sospensione dei mutui, appena i provvedimenti e le ordinanze istituzionali saranno pubblicati in Gazzetta Ufficiale.

 

Con un comunicato ufficiale Unicredit ha già attivato un pacchetto di misure straordinarie per i comuni interessati, che prevede una moratoria di 12 mesi sulle rate dei mutui ipotecari e chirografari per le imprese, con sede legale/operativa nelle zone colpite dal terremoto che abbiano subito danni, e per tutti i clienti privati intestatari di mutui ipotecari residenti in uno dei comuni interessati danneggiati dall’evento.

Ha inoltre previsto un “Prestito Sostegno” ad un tasso agevolato per i clienti privati residenti nei Comuni interessati dall’evento sismico e un “Pacchetto nuovo credito alle imprese” con linea di finanziamenti chirografari/ipotecari a condizioni agevolate in favore di clienti imprese con sede legale/operativa nei comuni interessati dall’evento.

 

​La protezione civile attraverso una apposita ordinanza fornirà tutti i riferimenti per una piena applicazione della sospensione dei mutui.

Proprio per assicurare dovunque equità e tempestività degli interventi a favore delle popolazioni colpite da calamità naturali, l’ABI ha sottoscritto uno specifico Protocollo di intesa con la Protezione Civile e le Associazioni dei consumatori.

 

Meli (Uil): Dissesto Catania, “Non paghino sempre i più deboli”!

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Nei mesi scorsi le sezioni riunite della Corte dei Conti hanno rigettato il ricorso del Comune di Catania contro la delibera che ha decretato il dissesto economico e finanziario dell’Ente.

Da qui ha preso il via l’iter presso l’assessorato agli Enti locali della Regione Siciliana per la liquidazione dell’Ente e con la nomina dei componenti dell’Organismo speciale per la liquidazione (Osl) che dovrà gestire la massa passiva.

Il sindaco e la sua giunta resteranno in carica. “Prendiamo atto con amarezza di questo giudizio della magistratura contabile che conferma la delibera del 4 maggio scorso e che toglie al Comune ogni possibilità di evitare il default” afferma il sindaco di Catania, Salvo Pogliese.

Come si ripercuoterà il dissesto sulla città di Catania e sul mondo del lavoro? Lo abbiamo chiesto ad Enza Meli, Segretario Generale Uil Catania:

Catania, una città – non solo un Comune – in dissesto?

“Il dissesto finanziario del Comune rappresenta, in effetti, un disastro sociale per la città. Non è tempo, però, di piangersi addosso. Catania non è in agonia ma era e resta una terra fatta di donne e uomini, giovani e pensionati, con una carica straordinaria di vitalità, passione e talento. Ecco perché proprio noi della Uil, insieme con le altre organizzazioni sindacali e imprenditoriali, siamo scesi in strada e nelle piazze per dire: Catania è viva. Nessuno spenga la luce!”.

Chi vuole “spegnere la luce”?

“Le logiche di mercato sono spietate, facile comprendere come le risorse umane e professionali dei catanesi, dei siciliani, possano fare paura. Ci sono state negate opportunità concesse ad altri, ad esempio in termini di infrastrutture. Ecco perché noi oggi non vogliamo assistenza, né elemosine. Piuttosto denunciamo promesse non mantenute e possibilità negate, rivendichiamo occasioni autentiche di lavoro e sviluppo”.

Messaggio forte e chiaro a Governi e governanti …

“Ci aspettiamo, intanto, che i rappresentanti dei catanesi eletti nelle istituzioni politiche statali e nazionali alzino la voce, così come stiamo facendo noi. Così, risulterà più facile per il Governo nazionale e per quello regionale comprendere che va sostenuto davvero lo sforzo avviato dal Comune di Catania per scalare l’Everest di debiti nei quali s’è ritrovato per colpe della politica. Adesso, dunque, la politica trovi rimedi e soluzioni”.

Il sindacato, quindi, si chiama fuori?

“Al contrario. La storia della Uil è fatta di responsabilità e concretezza. Per questo, abbiamo sollecitato il confronto con l’amministrazione comunale e chiesto che condivida con noi le scelte, dolorose e doverose, imposte dal dissesto. È un percorso difficile, ma noi pretendiamo che venga assicurata equità. Siamo disposti a tutto per scongiurare il rischio, forte, di macelleria sociale. Non consentiremo che, ancora una volta, paghino i più deboli”.

Priorità. Al Comune cosa chiedete?

“Proprio perché sollecitiamo equità, riteniamo prioritaria l’azione di contrasto all’evasione fiscale. Per capire quanto tutto questo abbia pesato nel disastro di bilancio al Comune di Catania, basta leggere le motivazioni del giudizio con cui la Corte dei Conti ha disposto il dissesto. Sono pagine persino inquietanti, poiché rivelano lo scandalo di una pratica diffusa che è indegna di una società civile”.

UILCA Sicilia : Finalmente le assunzioni dei lavoratori ex Sviluppo Italia Sicilia

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“La Uilca Sicilia plaude all’assunzione dei lavoratori di Sviluppo Italia Sicilia che sono transitati nel bacino unico e saranno finalmente in servizio a tempo indeterminato dal 1 gennaio 2019, dopo anni di lotte sindacali e di atteggiamenti manageriali imbarazzanti”.
Lo comunicano Salvo Patti e Pietro Morina, dirigenti sindacali della Uilca Sicilia, che hanno seguito le delicate e complesse problematiche sin dall’inizio.
“Grazie al sostegno ed all’impegno profuso dal Presidente dell’ Ars On.le Gianfranco Micciché – dichiarano i sindacalisti Uilca – si è risolta una vicenda che era impantanata e della quale non si riusciva a venirne a capo.”

Anno da dimenticare in Sicilia per i lavoratori del Credito. Persi 1.500 posti di lavoro. Ma la Uilca cresce.

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Nel pomeriggio di lunedì 17/12/18, si è riunito ad Agrigento il Consiglio Direttivo dei Quadri Sindacali Provinciali della UILCA.

Tanti i posti di lavoro persi, circa 1500, per mancanza di turn over in Sicilia e per ristrutturazioni aziendali che portano le Direzioni Generali lontano dal nostro territorio.

Questi i numeri che sono stati presentati circa la contrazione dell’ occupazione nelle aziende di credito in Sicilia.

 

 

Erano presenti, oltre al Segretario Generale Uilca Agrigento Peppe Indelicato, il Segretario Generale Uilca Sicilia Giuseppe Gargano, il responsabile del Proselitismo nazionale della Uilca Gino Sammarco, ed il Segretario Generale della Camera Sindacale della Uil di Agrigento, Gero Acquisto.

 

“La Uilca di Agrigento, come già la Uilca Sicilia, è impegnata nella denuncia di questo problema che, insieme a quello delle pressioni commerciali che ha ripercussioni sui lavoratori, ma anche sulla clientela e sulla reputazione delle aziende di credito, mortifica il settore del credito in Sicilia e nel meridione in genere.”

Sono stati illustrati i positivi risultati riguardo il numero di iscritti ed è stato dato risalto alla firma del Contratto Nazionale per i lavoratori siciliani di Riscossione Sicilia. Questa firma porterà un sereno Natale a 680 famiglie.

Uilca Sicilia News